Scoperto enorme cratere in Groenlandia. L'impatto forse 13 mila anni fa avrebbe cambiato il clima

di redazione 17/11/2018 SCIENZA E TECNOLOGIA
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Un cratere largo oltre 30 chilometri e profondo 300 metri è ciò che rimane dell'impatto di un asteroide precipitato sulla Terra forse in epoca molto recente. Lo hanno trovato i ricercatori guidati dai geologi del Natural History Museum, dell'Università di Copenaghen, sepolto da uno strato di ghiaccio spesso più di un chilometro nel nordovest della Groenlandia, sotto il ghiacciaio Hiawatha. Misurando la "cicatrice" lasciata sul terreno grazie ai radar, e detriti trasportati nella piana alluvionale, gli scienziati hanno stimato che l'asteroide potrebbe aver avuto una composizione metallica e un diametro di circa 1.500 metri.

•Un impatto devastante
Un gigantesco masso di ferro, lungo un miglio, alla velocità di quasi 20 chilometri al secondo, 72.000 chilometri all'ora, sarebbe dunque entrato in atmosfera come una palla di fuoco tre volte più luminosa del Sole, e precipitata in Groenlandia liberando energia con una potenza pari a oltre 40 milioni di bombe atomiche come quella sganciata su Hiroshima. E dopo aver vaporizzato lo strato di ghiaccio avrebbe scavato il terreno proiettando in aria terreno, vapore e polveri, che sarebbero poi piovuti su tutto il Nord America e l'Europa. Lasciando un cratere meteoritico tra i 25 più grandi mai scoperti. Lo studio, guidato dal professor Kurt Kjær, è pubblicato su Science Advances. Anche se non è paragonabile all'evento che portò all'estinzione dei dinosauri, accaduto circa 60 milioni di anni fa, quando un meteorite precipitò nell'attuale Golfo del Messico, gli effetti di questo impatto avrebbero comunque avuto ripercussioni pesanti sul clima terrestre.

 

Un radar in grado di osservare il terreno sotto centinaia di metri di ghiaccio ha osservato una depressione compatibile con un cratere. La sua datazione però non è ancora certa. Tanto che il periodo possibile in cui il cratere di Hiawatha si è formato spazia da tre milioni di anni fa ad appena 12.000 circa. Gli strati di ghiaccio più antichi, infatti, mostrano deformazioni e stress che quelli più giovani non hanno. Potrebbe significare che l'impatto è avvenuto in epoca molto recente, geologicamente parlando, e aver portato a quello che è noto come Dryas recente. Fu un periodo freddo, successivo al termine dell'ultima glaciazione, durante il quale le temperature si abbassarono di nuovo, tornando, in alcune zone del pianeta alle latitudini più alte, a condizioni simili a quelle glaciali. Sull'esempio della grande estinzione di massa del Cretaceo-Paleocene, alcuni studiosi avevano proposto proprio un altro da asteroide o cometa per spiegare anche questo fenomeno. L'impatto avrebbe sollevato in atmosfera polveri e particolati in grado di oscurare il Sole, e sciolto i ghiacci della calotta polare riversando nell'oceano acqua dolce, che avrebbe compromesso la circolazione Atlantica. Portando all'estinzione, per esempio, del mammut, del megaterio o della tigre dai denti a sciabola. Questo ritrovamento potrebbe essere dunque la "pistola fumante".

A contrastare questa analisi sono stati, a tempo debito, gli archeologi. Non risulta infatti, in quel periodo, una scomparsa di massa di abitanti del Nord America, che sicuramente avrebbero subito gli effetti di un avvenimento così impattante. Mentre l'estinzione di quegli animali, secondo gli studiosi, iniziò prima. Anche il team guidato da Kjær non esclude una possibile connessione tra i due eventi. Tuttavia, per avere la certezza di quando accadde, non bastano le indagini radiometriche ottenute con un aereo specializzato. Bisognerà trivellare il ghiaccio e arrivare ad analizzare direttamente le rocce. Un'operazione tutt'altro che semplice.


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